Recensione di Settimio Felton ovvero l’elisir di lunga vita di Nathaniel Hawthorne
Garzanti, i grandi libri, 1999
Settimio Felton ovvero l’elisir di lunga vita è un romanzo incompiuto di Nathaniel Hawthorne: invero la storia c’è quasi tutta, ma nel testo proposto da questa bella edizione Garzanti ci sono note dell’autore che lasciano capire come egli intendesse ampliare alcune parti della narrazione e vi sono anche contraddizioni narrative: su tutte quelle riguardanti il personaggio di Rose, che nella prima parte del romanzo è fidanzata del protagonista per poi divenirne la sorella.
Questa incompiutezza non toglie quasi nulla comunque all’appeal del romanzo, che pur non avendo il fascino assoluto de La lettera scarlatta è comunque un romanzo importante per esplorare la poetica dell’autore e per comprendere meglio la letteratura statunitense dell’ottocento.
Il filo conduttore della storia è molto “europeo” e probabilmente è stato ispirato ad Hawthorne dal contatto avuto con la letteratura anglosassone romantica e tardo-romantica durante il suo lungo soggiorno europeo (dal 1853 al 1859): il giovane Settimio, studioso dal carattere ombroso e solitario, è ossessionato dal tema della morte, che interrompe la vita talmente presto che, dice all’inizio del romanzo, ”Se mi fosse stato proposto a queste condizioni e avendo facoltà di scelta dubito che avrei accettato di esistere, è una tale fatica prepararsi a vivere e poi la vita non viene concessa; se ne coglie un inizio gravoso e basta”.
Egli dunque vorrebbe vivere in eterno, ed una serie di complicate circostanze gli permetteranno di credere di avere scoperto il segreto della preparazione di un elisir che si ritene porti all’immortalità. In realtà l’elisir si rivelerà un potente veleno, per mezzo del quale Settimio doveva morire (non sto a raccontare tutta la storia, che è abbastanza contorta) Continua a leggere “Affresco incompiuto sul cambiamento di un mondo”