Recensione di Principessa Casamassima, di Henry James
Garzanti, i grandi libri, 1980
Alla fine della lettura di Principessa Casamassima, uno dei romanzi meno noti di Henry James, mi sono trovato a riflettere su come interpretare questo romanzo. Sicuramente sono in grado di dire cosa non è.
Principessa Casamassima non è un semplice feuilleton, un romanzo d’appendice, anche se la storia, con i suoi misteri, i suoi personaggi così tipizzati, le atmosfere cupe, l’elemento complottardo lo lascerebbe pensare.
La storia, infatti, potrebbe essere quella di un drammone ottocentesco uscito a puntate su qualche rivista londinese o parigina (ed effettivamente il romanzo uscì a puntate nel 1886 sull’Atlantic Monthly). Il protagonista è Hyacinth Robinson, allevato da una povera sarta ma figlio di un lord inglese e di una prostituta parigina, morta in carcere per avere ucciso il lord dopo essere da questo stata abbandonata.
Hyacinth lavora come rilegatore di libri e entra a far parte di un circolo rivoluzionario socialista. Diventa amico di Paul Muniment, chimico e uno dei leader del gruppo. Una sera, a teatro, dove ha portato la sua quasi fidanzata Millicent, viene inaspettatamente invitato nel palco di una gran dama di origini italiane, la Principessa Casamassima, che vuole conoscere il popolo. Tra i due nasce un rapporto quasi amoroso (dalla lettura non si capisce bene se divengano amanti) e la principessa diviene una fervente socialista, tanto da donare i suoi beni alla causa e andare a vivere in un modesto appartamento. L’evoluzione del pensiero di Hyacinth è opposta: egli, entrato in contatto con il lusso e dopo un viaggio a Parigi, inizia Continua a leggere “Solo chi è sicuro di sé può farsi accettare dagli altri”