Recensione de La signorina Elsa, di Arthur Schnitzler
Dall’Oglio, I Corvi, 1984
Arthur Schnitzler è stato senza dubbio uno degli autori più importanti del primo novecento: pienamente immerso nel clima culturale della Vienna a cavallo della prima guerra mondiale, è stato il testimone e uno dei grandi narratori delle inquietudini e delle tragedie dei primi decenni del secolo, della catastrofe del conflitto, dello sfacelo dell’impero e dei convulsi anni privi di ogni certezza dell’immediato dopoguerra. Medico e scienziato, nelle sue opere letterarie – centrate spesso su singoli, straordinari personaggi – la patologia individuale ha quasi sempre un ruolo centrale, ma è sempre associata, anzi è la spia precisa, di una patologia sociale, di un malessere collettivo dato dalla falsità e dall’ipocrisia dei rapporti tra le persone, determinato a sua volta dai rapporti sociali vigenti. Ebbe contatti diretti con Sigmund Freud, che lo ammirava perché vedeva in lui quasi la trasposizione in forma letteraria delle sue teorie psicanalitiche; si può dire anzi che lo sviluppo della psicanalisi freudiana e la crescente importanza che nelle opere di Schnitzler assumono le tematiche legate all’inconscio, alla dimensione onirica, alle pulsioni sessuali e alla loro rimozione come fattore determinante i rapporti umani e sociali, siano andati in certo qual modo di pari passo. Continua a leggere “Un piano sequenza di straordinaria carica emotiva ed eversiva”