Recensione di Racconti crudeli, di Villiers de l’Isle-Adam
Frassinelli, I Classici classici, 1995
Ci sono autori che, per uno strano destino, non sono entrati nel nostro immaginario collettivo come dei classici, pur avendone tutte le caratteristiche. Forse questo accade più frequentemente per quegli autori che risulta difficile classificare, a cui risulta arduo attribuire una etichetta definita.
Uno di questi autori è, a mio modo di vedere, Jean-Marie-Mathias-Philippe-Auguste, conte di Villiers de l’Isle-Adam, che d’ora in poi chiameremo familiarmente Villiers.
Questo personaggio, che potrebbe essere benissimo il frutto dell’invenzione di un romanziere decadente, era il rampollo di una delle più antiche famiglie nobiliari di Bretagna; attraversò, spesso in completa miseria arrabattandosi con la collaborazione a svariate riviste, uno dei periodi più drammatici, ma anche culturalmente più fecondi, della storia di Francia, quello che va dal Secondo impero ai primi decenni della Terza repubblica, passando attraverso la sconfitta di Sedan e la Comune di Parigi. Continua a leggere “Società, arte, realtà e morte in un mix esplosivo di grande letteratura”