Recensione de La Mennulara, di Simonetta Agnello Hornby
Feltrinelli, Universale Economica, 2004
Opera prima di Simonetta Agnello Hornby, edito nel 2002, La Mennulara è stato un vero e proprio best seller, essendo tradotto in svariate lingue, ricevendo numerosi premi e giudizi critici in generale molto positivi. Dal mio punto di vista, questo romanzo rappresenta invece perfettamente l’ambigua funzione che oggi svolge gran parte della letteratura di qualità, quella pubblicata dalle case editrici mainstream e progressiste (in questo caso Feltrinelli), case editrici che in passato hanno contribuito a formare la coscienza culturale collettiva di questo Paese e che ormai sono in gran parte ridotte, sia per il completo assoggettamento alle logiche del mercato, sia forse per l’oggettiva carenza di materia prima letteraria, ad essere pezzi più o meno importanti di un’industria culturale il cui solo fine ultimo è il profitto.
La Mennulara è indubbiamente un ottimo prodotto di questa industria, ed il suo successo editoriale lo dimostra: è infatti scritto utilizzando un linguaggio ecumenico, piano ed accessibile a tutti, è congegnato in modo da appassionare il lettore attraverso il progressivo disvelamento dei piccoli e grandi misteri che costellano la storia, ed è condito da quel pizzico di analisi sociale e di costume necessaria per tranquillizzare la coscienza del lettore impegnato, che in questo modo può convincersi di non avere tra le mani un romanzo d’evasione. Questi fattori rappresentano però a mio avviso i limiti strutturali del romanzo, quelli che ne fanno un’opera carina, che sta ad un romanzo bello come certi centri storici di area germanica, con le loro vie pulitine e i gerani alle finestre, tutti uguali, stanno ai centri storici dei borghi italiani, maestosamente belli anche perché carichi di quell’inevitabile tasso di degrado che segnala la loro vitalità.
Le vicende narrate dal romanzo si svolgono nel 1963, durante il mese che segue il giorno della morte della Mennulara, cameriera di casa Alfallipe, una delle famiglie più in vista dell’immaginaria cittadina siciliana di Roccacolomba. La Mennulara non è solo stata per decenni cameriera, ma anche oculata amministratrice dei beni della famiglia, che stava per andare in rovina. Ha misteriosamente accumulato una considerevole ricchezza, ed ogni mese consegnava ai tre rampolli una discreta somma di denaro. In famiglia c’è chi la ammirava e chi la odiava ritenendola una usurpatrice, ed anche in città le opinioni su di lei sono le più disparate. Il mistero su questa serva-padrona aumenta quando al suo funerale si presenta anche il temutissimo boss locale di Cosa Nostra. Nel corso del romanzo verremo a sapere, soprattutto tramite colloqui tra i vari personaggi e i pettegolezzi di paese, le vicende della vita della Mennulara, la sua povertà in gioventù, la sua intelligenza, le ragioni del suo rapporto con la mafia. Continua a leggere “Un prodotto carino e ben confezionato”